
Gli investimenti in innovazione in Italia
Le imprese italiane investono poco in innovazione?
Nel triennio 2016-2018, il 55% delle imprese ha svolto attività innovative, introducendo nel mercato
- un’innovazione del prodotto
- un’innovazione del processo all’interno dell’azienda
Il settore dell’industria si conferma il settore con il 58% di imprese innovatrici. La propensione all’innovazione varia sensibilmente tra i diversi settori industriali.
I più innovativi sono farmaceutica, chimica ed elettronica con oltre l’85% delle imprese che svolgono attività innovative.
E’ rilevante anche nei settori della produzione di macchinari, articoli in gomma e materie plastiche, altri mezzi di trasporto (dove innovano 3 imprese su 4) e in settori più tradizionali (ad esempio il tessile con il 71% di imprese).
Hanno investito in nuovi prodotti o processi il 76,3% delle grandi imprese, il 64,1% delle medie e il 47,3% delle piccole.
Rispetto al triennio precedente, la propensione innovativa delle piccole e medie imprese è in forte aumento.
Un’impresa su quattro innova i sistemi informativi aziendali
L’innovazione di processo è la più diffusa: interessa il 47,3% delle imprese e si rilevano importanti differenze a livello dimensionale e settoriale.
Nel triennio 2016-2018, fra le grandi imprese circa tre su quattro hanno introdotto una forma di innovazione di processo, contro il 45% delle piccole imprese. Gli innovatori di processo sono oltre la metà delle imprese nell’industria, mentre scendono al 43,8% nei servizi e nelle costruzioni dove raggiungono il 28,1%.
Chimica ed elettronica nell’industria e telecomunicazioni, assicurazioni e ricerca e sviluppo nei servizi rappresentano i settori più innovativi nei processi aziendali.
Le innovazioni di processo più frequenti sono relative:
- ai sistemi informativi
- alle innovazioni nell’organizzazione del lavoro
- alla gestione delle risorse umane
- alle innovazioni nei processi e nei metodi di produzione
Solo due imprese su dieci hanno investito in innovazioni nei sistemi contabili e amministrativi e nelle pratiche di marketing.
Meno di un’impresa su dieci ha introdotto prodotti nuovi nel proprio mercato
Solo l’8,5% delle imprese ha introdotto prodotti nuovi nel proprio mercato di riferimento. Protagoniste di queste innovazioni sono principalmente le grandi imprese.
I settori con la maggiore presenza di questo tipo di innovazioni sono l’industria farmaceutica, l’informatica e il settore della fabbricazione di altri mezzi di trasporto.
Nell’industria il maggior impatto economico delle innovazioni di prodotto si registra nell’estrattivo e nei settori ad alta-media intensità tecnologica, come la fabbricazione dei mezzi di trasporto e l’elettronica.
Nei servizi, quote importanti sono segnalate nella ricerca e sviluppo e nell’informatica.
Punte massime nell’impatto delle innovazioni sul fatturato si raggiungono nelle costruzioni, dove si stima una quota pari al 64% attribuibile alle innovazioni di prodotto.
Nel triennio 2018-2020 solo il 50% delle imprese ha svolto attività innovative
Il dato segna una contrazione del 5% rispetto al periodo precedente 2016-2018.
Nel 2020 la spesa sostenuta per le attività innovative è stata complessivamente pari a 33,6 miliardi di euro, oltre un quarto in meno rispetto al 2018 (45,5 miliardi).
Fra le cause della contrazione dell’innovazione vi è stata l’emergenza sanitaria che ha interessato il 65% delle aziende con attività innovative, in particolare le più piccole.
L’industria resta il settore con la maggiore propensione all’innovazione ma registra un crollo pari a -7,2 punti percentuali. Anche il settore dei servizi subisce un calo ma più contenuto.
Aumenti importanti si registrano nella quota di imprese del settore:
- ricerca e sviluppo
- nella fabbricazione di apparecchiature elettriche
- nel commercio al dettaglio
- nelle attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale.
Scarso l’investimento nello sviluppo di nuovi prodotti
Continua a prevalere la tendenza delle imprese italiane a innovare i processi aziendali piuttosto che sviluppare nuovi prodotti per il mercato, ma rispetto al triennio 2016-2018 diminuisce sia la quota di imprese che realizzano innovazioni di prodotto sia di quelle che investono in nuovi processi.
Le tipologie di innovazioni di processo sono molto diversificate e si riferiscono a svariati aspetti delle
attività aziendali.
Quelle più frequenti si riferiscono:
- ai sistemi informativi
- all’organizzazione del lavoro e alla gestione delle risorse umane
- alle innovazioni impiegate nei processi di produzione
Meno diffuse sono le innovazioni introdotte nella logistica, distribuzione e fornitura dei prodotti e quelle che interessano l’intera organizzazione aziendale e le relazioni con l’esterno.
Maggiore la qualità dell’innovazione, ma debole l’impatto sull’economia
Nonostante l’impegno in innovazioni di prodotto originali, i ritorni in termini di fatturato derivanti dalla vendita di prodotti nuovi non sono rilevanti nel 2020.
La quota di fatturato attribuita alla vendita di innovazioni è pari al 12,2% (-8% rispetto al 2018) e solo il 3,8% è associato alla vendita di prodotti “nuovi per il mercato”, cioè introdotti per la prima volta dall’impresa sul suo mercato di riferimento.
Nel 2020, le più penalizzate sono le grandi imprese, per le quali si stima una caduta del fatturato derivante dalla vendita di prodotti innovativi (anche di quelli originali) di oltre 13 punti percentuali.
La contrazione delle spese in innovazione non tocca la R&S. Le imprese innovatrici continuano a svolgere ricerca e sviluppo interna, che si conferma la voce principale degli investimenti per l’innovazione.
I principali investitori in R&S si confermano nell’Industria, dove circa i due terzi della spesa per innovazione è destinata a tale attività,
svolta all’interno dell’impresa o commissionata ad altri soggetti, e in alcuni settori quali la fabbricazione di autoveicoli, l’elettronica e l’estrattivo la R&S supera l’80% della spesa.
Costi elevati e concorrenza i principali ostacoli all’innovazione
Rispetto al triennio 2016-2018, la classifica degli ostacoli all’innovazione resta pressoché invariata.
I principali fattori di ostacolo all’innovazione per circa la metà delle imprese con attività innovative sono:
- Costi di innovazione troppo elevati
- forte concorrenza sul mercato
Altrettanto importanti sono la domanda di mercato incerta rispetto alle innovazioni proposte, la mancanza di personale qualificato e la mancanza di risorse finanziare interne.
Questi fattori di ostacolo sembrano gravare molto di più sulle piccole imprese che risultano più sensibili ai costi di innovazione troppo elevati, alla mancanza di risorse finanziarie sia interne che esterne.
Per maggiori dettagli leggi i report ISTAT