Idrogeno come vettore energetico per una mobilità sostenibile

Idrogeno come fattore abilitante per la mobilità sostenibile: Intervista al Prof. Gino D’Ovidio, esperto di Ingegneria dei Trasporti

Il Green New Deal: verso un’economia sostenibile e resiliente per l’Europa

Il Green New Deal rappresenta la strategia dell’Europa per promuovere un’economia moderna, sostenibile e resiliente. L’obiettivo è diventare il primo continente al mondo a raggiungere l’impatto climatico zero entro il 2050, trasformando così le sfide ambientali in opportunità. Questa transizione verso una società climaticamente neutra coinvolge diversi settori, dall’energia all’industria, dalla società civile alla regolamentazione.

Si ritiene ampiamente che l’idrogeno svolga un ruolo chiave in questo contesto. Già nel 2020, l’Unione Europea ha delineato una strategia comune, intitolata “Una strategia dell’UE per l’integrazione dei sistemi energetici, Una strategia per un’Europa a impatto climatico zero”, che promuove l’uso dell’idrogeno in tutti gli Stati membri, conformemente al Green Deal europeo. L’idrogeno, grazie alle sue caratteristiche peculiari, viene considerato uno dei vettori fondamentali per la decarbonizzazione del sistema energetico. Tra le priorità indicate figura la necessità di soddisfare la domanda in settori in cui l’uso diretto dell’energia elettrica risulta difficile da implementare. Uno di questi settori è senza dubbio il trasporto, che richiede una notevole quantità di energia.

E’ stato intervistato il Prof. Gino D’Ovidio, esperto di Ingegneria dei Trasporti presso l’Università dell’Aquila e Direttore del CITraMS, il Centro di ricerca Interdipartimentale di Trasporti e Mobilità Sostenibile. Il CITraMS, unico nel suo genere in Italia, coinvolge esperti nazionali e internazionali e si impegna a affrontare le sfide globali dei trasporti e della sostenibilità in modo trasversale. Oltre alla ricerca universitaria, fornisce supporto scientifico per lo sviluppo di nuovi processi e promuove reti di cooperazione nazionali e internazionali.

 

Riduzione delle emissioni del settore dei trasporti: obiettivi europei da raggiungere

In Italia, il settore dei trasporti rappresenta la seconda fonte principale di emissioni di CO2, dopo la generazione di elettricità e riscaldamento. Le emissioni del settore dei trasporti contribuiscono al 25,2% delle emissioni totali di gas serra nel paese (ISPRA, 2021), che sono responsabili del cambiamento climatico globale.

Nel contesto dei trasporti, le emissioni sono suddivise come segue:

  • Trasporto su strada: 93%
  • Navigazione: 4,3%
  • Aviazione domestica: 0,75%
  • Condotte: 0,65%
  • Ferrovie: 0,15%
  • Altri sistemi: 1,52%

Fino ad oggi, le strategie per ridurre le emissioni si sono concentrate su:

  • Efficientamento dei veicoli
  • Cambiamenti nelle modalità di trasporto
  • Elettrificazione

L’elettrificazione è particolarmente efficace per veicoli più piccoli che coprono distanze brevi e non trasportano carichi pesanti.

Gli obiettivi del Green Deal europeo per il settore dei trasporti

Secondo il Prof. D’Ovidio, nel settore dei trasporti nazionale ci sono due scenari futuri per la riduzione delle emissioni di gas serra in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo (“Fit for 55%”): uno a breve e uno a medio termine.

Nel primo scenario, entro il 2030, le emissioni dovrebbero diminuire del 43,7% rispetto al 2005, con una riduzione media annua del 3,39% tra il 2023 e il 2030. Nella prospettiva successiva, che si estende dal 2031 al 2050, si prevede una significativa riduzione delle emissioni, fino al 90% rispetto al 1990, con alcuni che addirittura immaginano una riduzione completa del 100%

Nel documento “Fit for 55%”, si stabilisce il 2035 come l’anno in cui solo veicoli elettrici saranno introdotti sul mercato, promuovendo così la transizione verso la mobilità elettrica. La problematica dei veicoli e dell’energia sono strettamente interconnesse, soprattutto dal punto di vista tecnologico.

Da un lato, è necessario sviluppare tecnologie veicolari, con particolare attenzione ai motori elettrici, mentre dall’altro è fondamentale garantire che l’energia utilizzata sia pulita e proveniente da fonti rinnovabili. Dato che il sistema dei trasporti richiede una fonte di energia continua e considerando che il sole e il vento sono fonti rinnovabili ma intermittenti, uno dei principali ostacoli è l’accumulo dell’energia.

In questo contesto, l’idrogeno è considerato uno dei vettori energetici del futuro in grado di supportare la decarbonizzazione. A livello globale, l’idrogeno suscita grande fiducia nel affrontare le sfide climatiche poiché può immagazzinare e fornire grandi quantità di energia per unità di massa senza generare emissioni di CO2 durante la combustione.

D’Ovidio sottolinea: “l’idrogeno verde, come vettore energetico accumulabile, può efficacemente guidare l’integrazione e l’uso di energia proveniente da fonti rinnovabili come l’energia eolica e solare”.